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Il Pranayama, metodi per controllare il Prana

Il Pranayama è una scienza teorica-pratica che studia i metodi per controllare il Prana e farlo circolare correttamente sia nel corpo eterico che nel corpo umano.

Il Pranayama è una vera e propria arte, che va studiata sotto la guida di un esperto e che richiede la sperimentazione diretta dell’interessato.

Attraverso la pratica del Pranayama è possibile divenire consapevoli del Pranamaya kosha, il corpo di energia; inoltre è possibile migliorare la propria condizione psico-fisica o (con pratiche di Yoga esoterico) accedere a stati che trascendono la normale consapevolezza; dipende dall’uso che se ne fa e dalle tecniche che si eseguono.

I VAJU

Il respiro, nel corpo umano, segue percorsi differenti e svolge differenti funzioni; esso nella terminologia yogica viene denominato vaju: soffio.

Gli antichi saggi e i praticanti di Yoga sapevano che esistono diversi tipi di vaju che sovrintendono a tutte le funzioni dell’organismo, cinque dei quali sono i più importanti: prana, apana, vyana, samana e udana.

Prana circola nella parte del torace sopra al diaframma; apana circola nel ventre e sovrintende all’eliminazione dei rifiuti organici e del seme; vyana circola in tutto il corpo distribuendo l’energia derivata dal cibo; samana alimenta il fuoco gastrico, mentre udana circola nella gola e nella bocca e sovrintende all’alimentazione, alla parola e al respiro.

Oltre ai cinque vaju principali ve ne sono altri che controllano i movimenti delle palpebre, dell’udito, ecc.

LE NADI

Come dal tronco centrale di un albero si diramano rami principali e secondari attraverso i quali scorre la linfa vitale, allo stesso modo vi è una ramificazione interna al Pranamaya kosha percorsa dai vaju; essa è simile alla ramificazione del sistema nervoso, venoso e linfatico.

Questi “canali” energetici, nel linguaggio yogico, vengono denominati Nadi. Le Nadi non sono osservabili ad occhio nudo né attraverso gli strumenti tecnologici; esse possono essere percepite con l’affinamento della sensibilità o, in stati elevati, con l’apertura del Terzo occhio.

Vi sono dei testi antichi che affermano l’esistenza di 72.000 nadi, altri che portano il loro numero a 350.000 ma, qualunque sia il loro numero, l’importante è aver compreso il concetto di ramificazione energetica.

Le nadi più importanti sono quattordici, tra esse tre sono le principali: Ida, Pingala e Sushumna. Ida è collegata alla narice sinistra e score a spirale lungo la colonna vertebrale, fino alla base del tronco; Pingala va dalla narice destra alla base del tronco e segue anch’essa un percorso a spirale, opposto a quello di Ida.

Si può immaginare il percorso delle due nadi simile alla immagine elicoidale del DNA. Esattamente al centro di Ida e Pingala scorre Sushumna o, più precisamente, vi è il percorso che Sushumna dovrebbe compiere, ma in genere ciò non avviene, il motivo sarà spiegato in seguito.

Il percorso delle nadi non è così semplice, vi sono punti del corpo dove convoglia un altissimo numero di nadi, ad esempio si dice che poco sotto l’ombelico vi sia un bulbo, chiamato Kanda, dal quale diparte un altissimo numero di nadi che si diffondono per tutto il corpo.

Un altro importate centro di incontro e ramificazione delle nadi è il cuore, sede dell’anima individuale e dell’intelligenza, dal quale dipartono centouno nadi. Si dice che tutti i soffi convergano nel cuore e che, se vi è armonia tra i cinque vaju e le nadi del cuore l’uomo vive felice ed in pace.

Dal cuore si diparte una importante nadi, detta Chitra; essa si erge fino alla sommità del capo, nella zona dove si dice vi sia l’apertura di Brahma, detta Brahmarandhra oltre il Loto dai mille petali; questo è il varco attraverso cui l’anima individuale può congiungersi allo Spirito Supremo.

In prossimità del Brahmarandhra la Citra si scinde in due: una parte scende verso il basso, fino ai genitali, l’altra si dirige verso il Loto dai mille petali; se, con tecniche appropriate si porta l’energia e la consapevolezza in questa parte della Chitra, estendendola fino a perforare il Loto dai Mille petali e varcare il Brahmarandhra, ci si può liberare (anche solo per breve tempo) dalle catene del corpo, ed accedere al regno dello Spirito.

Ma l’incontro col Divino può anche avvenire nel Cuore, attraverso procedimenti come i Kriya, la Meditazione o la Preghiera.

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