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Qual è lo scopo della vita?

Disquisire su cosa sia l’azione non è certo cosa che può essere liquidata in una paginetta, perciò quelli che seguiranno sono semplici spunti su cui riflettere e indagare. Cos’è l’azione? A cosa dovrebbe servire l’azione?

Una delle prime cose che salta all’occhio di chi ha sviluppato una visione un po’ più chiara e disincantata della media è: “Ma c’è qualcuno all’interno di quel corpo che parla, si muove, balla o ride? C’è autoconsapevolezza in quel corpo?”

Quanti sono consapevoli di quello che fanno e di come lo fanno? Un esempio: vi sono persone che per cinquanta-sessant’anni mangiano sempre gli stessi cibi, si muovono sempre nello stesso modo, pensano sempre le stesse cose e frequentano sempre gli stessi ambienti. Si può dire che siano vive queste persone?

Qual è lo scopo della vita?

Sicuramente non si può dare una risposta generale a questo quesito, perché ognuno è diverso dall’altro e si trova ad un diverso grado evolutivo. A qualcuno farebbe  bene mettersi in viaggio, per qualche altro è l’ora che si fermi un po’.

Per alcune persone è indispensabile che imparino a pensare con la “loro” testa, per altri è l’ora che la smettano di arrovellarsi il cervello (perché i pensieri hanno un limite). C’è chi deve risvegliare il desiderio e seguirlo, e chi invece dovrebbe abbandonare i desideri (almeno quelli egoistici) ed affidarsi alla “Divina provvidenza”.

Come fare a sapere qual è la giusta azione per noi?

Sicuramente nessun libro o articolo giornalistico può dircelo, né tantomeno la nostra mente, perché la mente non ne sa nulla del cuore, della nostra parte più intima.

Allora, cosa fare?

L’unica cosa da fare (o da reimparare a fare) è sviluppare il “sentire”. Sentire le proprie pulsioni profonde, i propri desideri (quelli che ricorrono con gli anni e che non sono stimolati dall’esterno, come pubblicità e cose simili), le proprie emozioni.
E’ questa l’unica chance, tornare ad ascoltare il “linguaggio dell’Essere”, il linguaggio del nostro vero io. Occorre comprendere che, scegliere una vacanza, o qualunque altra cosa con la mente non ci porterà soddisfazione, perché la mente è piena di “dati” che non rispecchiano la nostra natura, né i nostri desideri veri.

Andare alle Seychelles, a Sharm El Sheick, o in qualunque altro posto solo perché va’ di moda non è seguire il proprio desiderio più profondo, o solo ognuno di noi, individualmente, può sapere dove vorrebbe andare veramente.

Forse si desidera andare sulle Dolomiti o farsi una traversata in barca a vela, ma i problemi possono essere talmente tanti che alla fine si accetta la soluzione più comoda, per far contento il compagno o la compagna e cose di questo genere.

Ascoltarsi, ascoltarsi ed ascoltarsi e……avere il coraggio di fare ciò che una parte più profonda di noi reclama, a volte urlando altre volte sussurrando, questo può essere un primo passo per avvicinarsi a se stessi e ad una azione più in “linea” col nostro livello evolutivo.

 

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