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Kamasutra: l’arte di coltivare il piacere

 

Nel parlare del Kamasutra occorre innanzitutto sfatare un mito assai diffuso in Occidente, cioè che questa Arte e Scienza di vita riguardi solo le pratiche sessuali; il Kamasutra non è solo questo, ma è un corpus di raffinatissime conoscenze volte ad insegnare, all’uomo e la donna di tutti i tempi, come trovare pieno appagamento attraverso il contatto dei sensi con gli oggetti sensoriali.

DIFFERENZA TRA KAMASUTRA E TANTRA

Un altro punto da chiarire è che vi è una sostanziale differenza fra il Kamasutra e il Tantra.

Anche se entrambe queste Vie si ripromettono la liberazione dell’essere vivente dalle catene dell’ignoranza (Moksha),  la prima è rivolta a tutti gli esseri umani ed è inserita in un percorso evolutivo “sociale” in quattro fasi: Dharma (espressione della propria natura e servizio reso alla comunità), Artha (benessere materiale conseguito lavorando onestamente), Kama (godimento dei sensi) e Moksha (liberazione dall’ignoranza della vera natura del mondo).

Il  Tantra, invece, è una Via più diretta e più impegnativa, sicuramente non per molti.

Tantra è la Via della trasformazione della “visione”che si ha di se stessi e del mondo. Attraverso la Via del tantrismo si può arrivare a percepire come tutto è energia pura e spirituale, sin dall’inizio, e che solo una visione “impura” fa percepire come sporca e corrotta la Materia.

La Materia è Sacra e Pura, non meno Sacra e Pura dello Spirito, in quanto entrambe sono diverse manifestazioni di un’unica energia originaria, e solo una mente offuscata dall’ignoranza può sostenere il contrario.

Attraverso pratiche particolari e a volte estreme, il tantrismo si ripropone di condurre l’Adepto a sperimentare l’Unione Mistica (Maithuna) tra Spirito e Materia, tra l’anima individuale e il Principio Divino che l’ha generata.

IL DIVINO E’ PIACERE

Com’è stato più volte detto, una qualità insita nel Divino è Ananda, la Beatitudine. Questa Beatitudine è insita in ogni essere vivente, e solo un comportamento errato verso la vita porta alla sofferenza.

Ma se l’uomo e la donna fossero lasciati liberi di esprimersi e di sperimentare un libero contatto sensoriale con gli oggetti materiali, naturalmente troverebbero le forme di piacere più adatte alla loro natura.

Le aberrazioni, le prevaricazioni o qualunque forma di violenza sugli altri nascono proprio da una “deviazione” mentale che è una conseguenza di una educazione castrante e limitante la libertà individuale.

L’essere individuale educato con criteri che reprimono le sue tendenze di base, prende a vedere in modo distorto la vita e se stesso, cresce pieno di rancore (più o meno consapevole) e di voglia di rivalsa su tutto e su tutti.

Per questo, aiutare un bambino a trovare il proprio Dharma, vuol dire innanzitutto aiutarlo a tirar fuori le sue qualità, non castrarlo con doveri, precetti, dogmi e quant’altro. Allora, quando un essere umano scopre e coltiva il proprio Dharma, naturalmente proverà piacere e gioia di vivere.

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