Tutto ciò che conosciamo di noi stessi è un aggregato di emozioni, pensieri, sensazioni. Ognuno di noi dispone di un bagaglio di esperienze che è suo e solo suo.
Chiameremo questo bagaglio di esperienze, emozioni, sensazioni e pensieri, col nome di Ego, o piccolo Ego. Esso non è in contrapposizione col più grande Ego, l’Atma, il Sé di natura spirituale, ma ne rappresenta una manifestazione temporanea che si forma durante il ciclo di una esistenza.
Alla fine dell’esistenza terrena il piccolo Ego si dissolve ed il “succo”, la sintesi delle esperienze fatte viene assimilato dall’Atma, il Sé, che si ritrova così con qualche “tassello” in più di conoscenza e consapevolezza. Dopo innumerevoli incarnazioni, quando il “puzzle” è completato, e l’Atma è pieno di Conoscenza e Consapevolezza, avviene il Sommo Risveglio, la piena Illuminazione, la tappa finale dell’umana evoluzione.
Da quel momento in poi inizia l’evoluzione superumana, ma questa è un’altra faccenda, che per il momento non ci riguarda.
L’IMPORTANZA DI NON STACCARE IL CONTATTO CON LA VITA
Il piccolo Ego, l’essere umano, è inserito in un più grande contesto vitale: la Vita Planetaria, ma sembra non esserne pienamente consapevole.
Al contrario, le azioni dell’uomo sembrano mostrare una sua voglia di predominio sulle Leggi della Natura, quasi volesse prendersi una rivalsa su di essa.
L’uomo, anziché integrare le sue facoltà superiori del Sentimento, Intelletto e Volontà alle più antiche e vaste leggi della Natura, le usa per contrapporsi ad esse, ma così facendo rompe il “naturale” contatto con una parte di sé che, volendo o no, della Natura fa parte e da essa è sostenuta.
RISTABILIRE IL CONTATTO CON LE PROPRIE RADICI PER TORNARE ALLA COMPLETEZZA
Ecco che l’uomo, pur essendo un essere superiore, per via di un contatto spezzato (o seriamente compromesso) con la Natura, soffre oggi di un senso di incompletezza, di estraneità nei confronti del Pianeta che gli ha dato i natali; egli si comporta come se fosse uno straniero in terra di confine, una terra sconosciuta e irta di pericoli.
La Terra sembra non essere più la “Madre Terra”, ma una matrigna da ripudiare, o al massimo da sfruttare o da guardare con distacco e timore.