A pensarci bene, la stessa collocazione delle poltrone massaggianti negli aeroporti, da un lato segue una precisa strategia di marketing, riuscendo ad intercettare un grande flusso di utenti potenziali, dall’ altra pecca di eccessiva faciloneria: se è vero che chi viaggia in aereo è spesso stressato o intorpidito, ed avrebbe voglia di un bel massaggio rilassante, è altrettanto vero che un trattamento di pochi minuti, usufruito peraltro nella generale confusione che regna in aeroporto e senza alcuna privacy, ben difficilmente riesce a garantire i risultati promessi.
Ecco perché sono allo studio nuove e più idonee collocazioni per venire maggiormente incontro alle esigenze degli utenti. Come dire, massaggio sì, ma con un determinato standard di comfort. Una semplice idea di utilizzo inedito, ma probabilmente fruttuoso, delle poltrone massaggianti sono i centri estetici o i saloni delle parrucchiere: sicuramente più appropriato e più godibile, infatti, il massaggio schiena per una signora che attende l’ asciugatura dei capelli sotto il casco, o che sta facendo la manicure.
E perché non ipotizzare invece appositi saloni in cui il massaggio self-service è non un optional offerto ai clienti, ma il servizio principale? L’ idea infine non è poi tanto distante dal concetto che ha portato in Italia le lavanderie self service: si arriva, si sceglie il trattamento tra quelli offerti, si infila il gettone ed il gioco è fatto.