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Il grande baazar della vita moderna

Sembra non ci siano più limiti a ciò che la vita può offrirci, come se si fosse rovesciata la cornucopia della dea della fortuna; l’abbondanza pare non avere più limiti, almeno in Occidente.

I frigoriferi sono stracolmi, come anche i palinsesti televisivi; per non parlare della rete di internet, che può far arrivare in casa nostra ogni sorta di “realtà” diverse.

Non c’è che dire, viviamo proprio in un’epoca di abbondanza; ma le “creazioni” sono tali e tante che si sono trasformate in un grande labirinto nel quale è facile perdersi.

Le persone nate dagli anni sessanta in poi, difficilmente possono capire la straordinaria abbondanza che stanno ricevendo; così come non possono comprendere il destabilizzante caos che è diventata la vita occidentale moderna.
Solo chi è nato negli anni precedenti, ed ha vissuto l’infanzia in una piccola casa a piano terra, casomai in paesino del sud Italia, in un periodo in cui il televisore era presente in una casa su cento, può apprezzare il valore di sapere quasi in tempo reale cosa succede dall’altra parte del mondo.

Fino agli anni sessanta non era difficile trovare una casa in cui non c’era nessun elettrodomestico, e a volte neanche nulla da mangiare; spesso le serate d’inverno le si passava vicino al focolare a raccontare storielle.

Oggi basta accendere il televisore e le “storielle” ce le raccontano gli altri; noi dobbiamo solo starcene seduti a istupidirci.

Com’era limitata la consapevolezza, allora; e com’è confusa oggi.

Proviamo ad immaginare la nostra consapevolezza come un piccolo puntino all’interno di una sfera da discoteca (quella con tanti specchietti) che gira vorticosamente.
E proviamo ad immaginare che su ogni specchietto viene proiettata una scena che rappresenti un aspetto della vita odierna, così come ci viene raccontata dai mass media; su uno specchietto viene rappresentato il delitto di Cogne, su un altro un talk show; su un’altro ancora la guerra al terrorismo, su un altro uno spettacolo porno, un dibattito politico o la messa del Santo Padre, e via di seguito.

Nella vita reale la scena non è molto diversa, perché è la naturale conseguenza degli stessi meccanismi che tengono in vita i mass media: la rincorsa alla ricchezza, al potere sugli altri o la ricerca del sensazionale.

Quanti specchietti, quante realtà diverse; c’è proprio di che perdersi.

Il piccolo punto della nostra coscienza

La nostra coscienza può essere paragonata ad un piccolo puntino all’interno del corpo e della mente, i quali possono essere paragonati alla sfera di specchi, inserita nella realtà più grande che la circonda. La coscienza è il centro immobile intorno al quale girano vorticosamente gli eventi della vita, alterati e poi riflessi dalla mente.

Se la coscienza non è autoconsapevole, essa naturalmente si identificherà con la realtà che la circonda “precipitando” negli eventi, come se si trovasse in un gioco virtuale. Sarà così continuamente frastornata dalle migliaia di situazioni nelle quali viene proiettata e, poiché le situazioni esterne sono tante, contraddittorie e spesso poco rassicuranti, la coscienza non può che soffrirne.

La Meditazione porta a disidentificarci dalle scene proiettate sullo specchio della mente, aiutandoci a stabilire in noi il Testimone, il “punto immobile” di osservazione, distaccato emotivamente dallo spettacolo che lo circonda.

Così pian piano, osservando e riflettendo in modo lucido e distaccato, potremo trovare il modo di uscire dal labirinto e casomai, una volta fuori, osservarlo dall’alto.

 

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