Ed eccoci giunti a quello che ritengo essere il punto cruciale non solo del problema “sesso”, ma di tutta l’esistenza in generale: l’attaccamento.
L’essere umano si attacca a tutto: al corpo, al nome, al luogo di nascita, alla mamma, agli oggetti, alle idee e concetti e…all’uomo o la donna amati. Se ci riflettiamo con calma e sincerità scopriremo che l’attaccamento sta all’origine di molti nostri malesseri.
Poiché ogni cosa esistente è un effetto generato da una causa potremmo provare a chiederci: “Qual è la causa dell’attaccamento?”. La mia risposta è: “L’ignoranza della nostra vera natura!”. Quasi tutti gli esseri umani ignorano di essere pura coscienza autogenerata e piena di beatitudine.
Sin dalla nascita ci si identifica col corpo e con tutte le cose collegate ad esso.
A causa di questa prima “svista” si cerca la beatitudine negli oggetti e nelle persone, considerandole l’unica fonte di piacere.
Non c’è una colpa in questo perché non siamo stati educati a “sentirci” al di là delle percezioni fisiche. Quindi, schiavi come siamo delle percezioni fisiche, scambiamo noi stessi con qualcosa di tangibile. Di conseguenza, tutto ciò che non è tangibile ci spaventa, rappresenta un “vuoto” nel quale abbiamo paura di precipitare.
Ma se, con un atto di coraggio ci lasciassimo andare in quel vuoto, scopriremmo che poi tanto vuoto non era, che c’era qualcosa di più sottile che in un primo momento non siamo riusciti a sentire.
Ecco che la paura del vuoto ci fa attaccare a ciò che ci dà una certezza immediata. Questa paura del vuoto si manifesta anche come “paura del domani”. Cosa accadrà domani? Che ne sarà di me se perdo quel lavoro, se perdo la casa, se perdo questa donna (o quest’uomo)?
Chi ha fatto l’esperienza di “lasciar andare la donna, il lavoro, la casa”, ha fatto una meravigliosa scoperta: ha incontrato un’altra donna, un altro lavoro, un’altra casa.
Ma soprattutto, una simile persona coraggiosa, ha scoperto un grande senso di libertà, di leggerezza, di benessere e…un nuovo modo di stare al mondo: vivere senza attaccamento.
Una delle più grandi problematiche che si trova ad affrontare una persona che vive dei meravigliosi rapporti sessuali con un partner è l’attaccamento morboso. Si sviluppa il senso di possesso, si diventa gelosi e tormentati da mille pensieri negativi: “E se si innamora di un altro? E se tutto questo dovesse finire?”
Probabilmente ognuno di noi ha fatto una simile esperienza in gioventù e, dopo aver sofferto terribilmente, ha deciso di non innamorarsi più.
Abbiamo chiuso le porte del cuore e probabilmente anche quella dei sensi. Forse non ci diamo più totalmente ad un’altra persona per paura di sviluppare le stesse dinamiche che ci hanno fatto tanto soffrire.
Invece, quello che va rivisto è il nostro approccio alla vita. Un approccio che non sia possessivo. Occorre rendersi conto che nulla ci apparterrà per sempre, che siamo nati nudi e nudi ce ne andremo.
Con una simile ottica si eliminano di botto tutta una serie di malesseri e si impara ad apprezzare ciò che la vita ci manda con gratitudine ed abbandono.
Con una simile ottica si sarà sempre riconoscenti a chi ci dona una carezza, un sorriso o addirittura tutto il suo corpo, senza riserve.
Imparare a vedere come nulla ci è dovuto ci porta e considerare tutto come un dono, allora non ci sarà più nulla che ci causerà malessere e potremo godere di tutte le ricchezze del mondo senza colpo ferire.