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Pagati per stare meglio

Dall’America arriva la proposta di incentivi economici ai cittadini che accettano di modificare il proprio stile di vita, per esempio perdendo peso o rinunciando alle sigarette.

Le malattie croniche dovute a stili di vita poco salutari, così come la scarsa osservanza delle cure prescritte, pesano davvero tanto sui già risicati bilanci della sanità. Gli esperti di prevenzione sono convinti che si risparmierebbe parecchio pagando i cittadini, affinchè modifichino il loro comportamento.

Kevin Volpp, ricercatore dell’Università della Pennsylvania, ha sperimentato questo “metodo” su 180 fumatori che si erano sottoposti ad un programma gratuito di 5 incontri, per smettere di fumare. Alla metà dei partecipanti al trattamento Volpp ha offerto 20 dollari per ogni incontro, e 100 dollari a chi, ad un mese dalla fine del corso, avesse dimostrato di aver smesso di fumare.

La “prova” sarebbe arrivata dall’esame dell’urina. Tra coloro che erano stati “incentivati”, dopo 2 mesi e ½ i successi erano circa quattro volte maggiori. L’esperimento è stato poi ripetuto su quasi 900 impiegati di una multinazionale.

Alla metà di loro è stato promesso un premio di 100 dollari qualora avessero terminato l’intero programma, 250 dollari se avessero smesso di fumare entro 6 mesi dall’inizio del programma, e 400 se avessero dimostrato di non fumare anche nei sei mesi successivi.

Anche in questo caso i successi si sono triplicati. Volpp ha provato ad applicare il sistema degli incentivi anche a chi ha bisogno di perdere peso.

Negli Stati Uniti, infatti, l’obesità è la prima causa (evitabile) di morte prematura. La prospettiva del guadagno ha prevalso sui peccati di gola, favorendo il dimagrimento. L’unico inconveniente è che l’effetto non è stato duraturo. Nel campo delle tossicodipendenze e malattie mentali, gli incentivi economici sono stati utilizzati per convincere i malati a sottoporsi alla terapia. Ma un piccolo compenso in denaro potrebbe aiutare anche i più pigri e sedentari a fare qualche passeggiata in più, utilizzando il “podometro”. Voi che ne dite?

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