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Kandinsky: relazione “vibrazionale”

Kandinsky: relazione “vibrazionale”

Presta le tue orecchie alla musica,
apri i tuoi occhi alla pittura, e…
smetti di pensare.
V.Kandinsky

Lo sapevate che Vassilij Kandinsky si è interessato con tutto se stesso alla stretta relazione “vibrazionale” che intercorre tra i colori e la musica, in quanto espressioni a diverse altezze dell’unica Realtà definita Spirito-Materia?

E lo sapevate che esiste anche un Kandinsky scrittore e pensatore?
In effetti la maggior parte dei suoi quadri sono delle vere e proprie opere musicali espresse in colori, ma non solo.

Vassilij Kandinsky, artista moscovita vissuto a cavallo tra l’800 e il ‘900 è stato anche un attento ricercatore di Verità, come molti altri artisti russi ed europei di quel fecondo periodo storico.

Essi cercavano di tradurre, attraverso le proprie specifiche competenze, quelle che erano le conoscenze trasmesse dal Movimento Teosofico o da G.I.Gurdjeff.

Molti di loro hanno cercato a modo proprio di comprendere il mondo, l’essere umano, la sua realtà, i suoi miti. Indipendentemente dalle “altezze” raggiunte da simili uomini, una cosa è certa: essi vivevano con entusiasmo, freschezza e totalità, non solo in campo artistico, ma anche umano e sociale.

Ecco una frase di Kandisnky: “Chiediti solamente se lo sforzo ti ha permesso di passeggiare all’interno di un mondo fin qui sconosciuto. Se la risposta è sì che cosa vuoi di più?”

L’uomo quindi, visto dall’artista moscovita, dovrebbe liberarsi dagli automatismi inconsapevoli, dai pensieri triti e ritriti, così come dalle forme d’arte vecchie ed ammuffite e guardare alla vita sempre con occhi freschi, aperti al nuovo.

Egli dice al riguardo: “E’ molto meglio scagliare la propria tavolozza contro la tela, frantumare la creta o il marmo con il pugno o col mazzuolo, o sedersi fragorosamente sulla tastiera del pianoforte piuttosto che razzolare senza vitalità nel campo di una forma d’arte tradizionale e morta da tempo.”

Chiunque abbia un po’ di esperienza di Ricerca interiore, o di filosofie orientali, riconosce sicuramente in questo genio dell’arte del novecento come minimo uno spirito libero e un attento indagatore di antiche conoscenze di solito volutamente ignorate dai più, perché troppo scomode o troppo impegnative.

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