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Internet: cosa cambia nel nostro cervello?

Internet: cosa cambia nel nostro cervello?

Circa gli effetti neurologici del web, gli esperti sono ancora divisi.

Osserviamoci quando siamo davanti al pc, e stiamo navigando in Internet. Potremmo accorgerci di avere il corpo in uno stato di tensione, e la testa come una tastiera.

Schiacciando un tasto specifico viene fuori una determinata soluzione. Schiacciandone un altro magari cominciamo a vivere virtualmente nei panni di un altro personaggio.

E poi ancora possiamo chattare, visitare un forum, scrivere l’e-mail ad un amico lontano, saltare da un blog all’altro. Chi usa la Rete è ormai abituato alla rapidità, alla sequenza veloce di contenuti ed immagini da ritenere o “cestinare”.

Ma cosa succede nel cervello di chi utilizza Internet con una certa frequenza? Un recente studio dello University College di Londra ritiene che le modalità d pensiero e lettura siano completamente cambiati. Poca attenzione per l’analisi e la profondità del racconto, oggi si va al “sodo”, si procede tra titoli e riassunti, passando da un link ad un altro.

Questo passaggio da una attività all’altra avviene in una parte del cervello, chiamata “area d Brodman”. E’ qui che le azioni non portate a termine restano “parcheggiate” in attesa di essere riprese.

Ma è chiaro che la rapidità di questi passaggi può comportare un calo di attenzione, e soprattutto di memoria. Secondo i recenti studi, infatti, il 10% delle persone tra i 20 e i 35 anni che naviga spesso in Rete accusa disturbi della memoria a più livelli.

Quattro milioni di persone negli Stati Uniti soffrono invece di una vera e propria patologia, causata a un abuso dei mezzi di comunicazione (in particolare di Internet). I sintomi? Sbalzi d’umore frequenti, tendenza a dimenticare, iperattività.

Di certo lo abbiamo sperimentato tutti noi: inviare un sms mentre navighiamo in Rete, inviare una mail mentre si ascolta l’I-pod, e così via. Se svolgere tutte queste attività contemporaneamente riesce facile a tutti, è ormai difficile concentrarsi, ricordare, selezionare la moltitudine di informazioni che recepiamo ogni giorno da più parti.

Si sta perdendo, per esempio, la sana e utilissima abitudine di leggere un buon libro nei momenti di relax.

Molti preferiscono scorrere pagine su pagine virtuali, senza godere la sensazione delle dita sulla pagina. Vi invito a riscoprire queste sensazioni perdute, pur senza negare le grande possibilità di conoscenza e informazioni che il web ci propone. Voi che ne dite?

 

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