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Comprendere la realtà

Un punto di fondamentale importanza da raggiungere (o almeno su cui essere focalizzati), sia durante la pratica del Tai chi che nelle normali attività quotidiane, è la familiarità con la Forza, il Chi.

A questo fine si rivela necessario la costante presenza a se stessi; ricordarsi costantemente di tenere l’attenzione nel Dantien inferiore e dirigere con la volontà il respiro in quella zona del corpo.

Da lì, il respiro, fluirà in tutto il corpo rinnovando costantemente le forze dell’adepto.

Nella vita, se si vuole ottenere qualcosa occorre innanzitutto desiderarla; poi si deve pensarci spesso ed impegnarsi per trovare il modo di ottenerla. Nelle discipline orientali le cose stanno più o meno allo stesso modo.
Perciò vi è un’enorme differenza tra il praticare poche ore la settimana ed impegnarsi costantemente a studiare i princìpi del Tai chi, in qualunque occasione della giornata.
Il riuscire a ricordarsi dell’obiettivo da noi prescelto è già una grande conquista. L’essere umano, in genere, si dimentica delle cose che gli stanno più a cuore, perché viene costantemente distratto da tutta una serie interminabile di faccende “urgenti” da risolvere.

Ci si alza al mattino con già pronta una lunga lista di impegni che fagocitano completamente la nostra attenzione.
AGIRE NEL MONDO SENZA PERDERE IL PROPRIO CENTRO

In genere si pensa che la pratica del Tai chi, o di altre discipline orientali, siano inconciliabili con le faccende quotidiane; non è vero! Si può fare tutto, e meglio, seguendo alcune semplici direttive del Tai chi, come essere rilassati e mantenere l’attenzione nel Dantien; questa è una cosa semplice, che si può mettere in pratica mentre stiamo guidando, facendo la spesa, lavorando, perfino facendo l’amore.

E tutto ciò non rende artificiali le nostre azioni, al contrario, esse acquistano un “sapore” diverso, più intenso e raffinato. Vi sono dei bellissimi film cinesi e giapponesi che, osservati in questa ottica possono esserci di enorme aiuto.

Guardare muoversi, agire, parlare, combattere, o semplicemente stare fermi i personaggi di Hero, della Tigre e il Dragone, di Memorie di una Gheisha o di Morte di un Maestro del The, può valere quanto mille di questi articoli.

Osservare direttamente la calma presenza di un personaggio, tanto mentre siede tranquillo che nel pieno di una battaglia, può farci intuire la forza della pratica più di diecimila parole.

L’essere umano medio, osservato dal punto di vista di un praticante di meditazione e di Tai chi, cade costantemente vittima delle proprie azioni. Egli è continuamente immerso in un mare di ansietà per via delle mille problematiche della vita e, se provi a dirgli che esiste un altro modo di affrontarle ti rispondono che per te è facile, perché tu sei un irresponsabile, che hai la testa fresca, e cose di questo genere.

L’uomo comune, con questo comportamento, sceglie volontariamente di continuare a soffrire fino alla fine dei suoi giorni, perché le problematiche, nella vita, ci saranno sempre.

Non è meglio cambiare approccio alla vita? Trovare un centro di forza interiore e da lì agire, senza cadere preda del mondo, è una soluzione alla portata di tutti; richiede solo lo sforzo di ricordarsi durante la giornata, di mettere in pratica i consigli dell’istruttore di Tai chi, e pian piano si imparerà ad affrontare il modo esterno con pragmatica serenità e forza.

Non si tratta di essere indifferenti, ma solo di non farsi sopraffare dalle ansie e dalle preoccupazioni.

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