Ogni essere umano nasce con un determinato patrimonio energetico, e quando questo è esaurito, sopraggiunge la morte.
L’uomo non può accrescere questa riserva di energia, ma può cercare di disperderne il meno possibile e di rigenerarla con sane abitudini di vita. La pratica del Tai chi chuan, unitamente ad una sana alimentazione ed un corretto stile di vita, aiutano senz’altro a vivere meglio, più a lungo e ad elevarci spiritualmente.
Si può pensare al Chi come a un’energia bio elettrica, e al nostro corpo come una fabbrica. La fabbrica del nostro corpo ha in dotazione tre trasformatori di energia che, in cinese antico vengono chiamati Dantian o Campo di Cinabro.
Il Dantian inferiore, circa tre dita sotto l’ombelico e cinque all’interno, è considerato la Radice dell’uomo; esso è in collegamento coi reni dov’è immagazzinata l’essenza vitale prenatale, chiamata Jing. L’essenza vitale prenatale, nel Campo di Cinabro mediano, che si trova nella regione del cuore, si trasforma in Chi, il Soffio, la cui natura è fuoco.
Il Chi, circolando nel corpo nutre gli organi vitali. Infine nella testa, più o meno nella regione dell’ipofisi, è situato il Campo di cinabro superiore, ove dimora lo Shen, l’energia spirituale.
Ricapitolando, nel Dantian inferiore vi è l’essenza vitale materiale, di natura acquea. Nel cuore, vi è il Dantian mediano, sede del fuoco che genera calore e alito vitale. Nella testa, il Dantian superiore è la sede dello spirito, la nostra Natura Originaria.
Nei testi antichi si dice che: “La Natura Originaria è il Cielo, costantemente nascosto nella sommità del capo. La Forza vitale è la Terra, costantemente nascosta nell’ombelico…Il Padrone di casa è la Natura Originaria, mentre l’ospite è la Forza vitale”.
L’uomo dovrebbe coltivare sia la Natura innata che la Forza vitale.
Egli, con le corrette azioni reintegra la Forza vitale, con la non azione conosce la Natura innata. Una volta ottenuto il gioiello della Forza vitale l’Io diviene il padrone di casa, e non è più turbato dalle infinite trasformazioni della materia; in questo modo si abbraccia l’Origine e si custodisce l’Uno nel corpo. Quindi, finché siamo vivi, è bene coltivare entrambi questi aspetti.
A questo riguardo la Natura innata viene paragonata al corpo e la Forza vitale alla sua ombra, essi sono inseparabili.
Anticamente, le pratiche fisiologiche e mentali, chiamate Neidan, avevano lo scopo di costituire l’elisir interno; esse, unite alla Meditazione sul vuoto (la Natura Originaria), portavano all’illuminazione; perciò si diceva: “Illuminare il cuore e vedere la Natura Originaria”.
La sola Meditazione sul vuoto, porta ad un eccessivo distacco dalla Realtà, mentre il coltivare solo l’elisir interno lega eccessivamente alla vita materiale. Lo scopo era illuminare il cuore e vedere la Natura originaria, ma conservare il contatto con la Realtà.
Queste pratiche, naturalmente, non sono accessibili senza una guida esperta, ma si può cominciare con l’iscriversi ad un buon corso di Tai chi; chissà che prima o poi, se veramente lo desideriamo……