La lipodomica è una disciplina ancora poco diffusa e conosciuta, che si basa sull’analisi dei lipidi presenti nella membrana, piuttosto che su quella dei grassi tramite i tradizionali esami del sangue. Questa metodica è stata messa a punto da alcuni ricercatori del Cnr, sotto la guida della ricercatrice Carla Ferreri, e i primi risultati in questo senso risalgono al 2005.
L’esame si chiama “fat profile”, ed è uno strumento innovativo. La lipodomica è una scienza che non condanna l’individuo per la sua predisposizione genetica, ma interviene in modo incisivo per riportare equilibrio e benessere all’organismo.
Certo il fat profile non è facilmente accessibile a tutti, si tratta di un esame non molto diffuso, le strutture che lo propongono sono ancora poche. I punti sui quali l’esame di concentra sono uno stile di vita sano e attento ed una dieta che rispetti l’equilibrio naturale. Sul funzionamento corretto della membrana cellulare influiscono altri fattori come l’inquinamento, lo stress e lo stile di vita disordinato.
I lipidi sono da sempre poco compresi e demonizzati come causa di sovrappeso ed obesità. Un eccesso di grassi provoca inoltre un aumento dei radicali liberi, che sono fonte di invecchiamento precoce. Eppure anche i grassi hanno dei compiti da svolgere nell’organismo. Quelli più pericolosi sono i grassi trans e gli idrogenati, che potrebbero danneggiare la membrana cellulare. I primi sono presenti soprattutto nei biscotti, merendine e altri snack. La lipodomica serve proprio a questo: ad individuare la presenza di questi grassi nocivi e a riportare equilibrio nell’organismo assumendo la giusta quantità di grassi.
La dieta consigliata
Affinchè il consumo di grassi sia equilibrato e corretto occorre dare spazio all’olio extra vergine di oliva (almeno 5-6 cucchiai al giorno) ed una manciata di semi oleosi crudi (mandorle, girasole, nocciole, zucca). Per assumere omega 3 sono utili anche le alghe. I vegetariani devono optare per uova di galline ruspanti e latticini ottenuti da animali liberi al pascolo.