Sono molte le forme di Yoga che si sono succedute. Col tempo alcune sono andate perdute, sepolte sotto la sabbia dei cambiamenti storici.
Altre sembra siano arrivate sino a noi, uomini del terzo millennio dopo Cristo. Ma quante di queste forme di Yoga hanno conservato la loro virginale purezza? A chi sono indirizzate e perché sono così differenti fra loro?
Vi sono state, nel tempo, molte forme di Yoga, utilizzate a seconda delle differenti caratteristiche dell’essere umano.
Così gli esseri umani con attitudini pratiche venivano indirizzati verso il Karma Yoga, basato sull’offerta al Divino delle proprie azioni. Gli esseri umani più inclini all’emozione venivano indirizzati verso il Bhakti Yoga, lo Yoga della devozione e dell’amore verso il Divino.
Questa è una Via lucente e meravigliosa il cui afflato aveva caratteristiche universali, ma ha fatto il suo tempo. Oggi, il cosiddetto Bhakti Yoga è solo una forma di basso sentimentalismo, scevro da conoscenza e amore universale.
Chi aveva inclinazioni da studioso veniva indirizzato verso il Jnana Yoga, la Via della Conoscenza attraverso lo studio delle antiche scritture e la contemplazione nel proprio cuore delle verità apprese.
Contemporaneamente esistevano sistemi di controllo e di potenziamento energetico usati al fine di accelerare l’evoluzione umana; possiamo dire scherzosamente che essi erano (e sono tutt’ora) indirizzati a “coloro che non si accontentano”.
Questi uomini e donne, desiderosi di entrare nel Sacro Fuoco dello Yoga, vengono addestrati alla scienza dell’Hatha Yoga, del Raja Yoga e del Dhyana Yoga (in seguito dedicheremo a ciascun argomento uno spazio più esauriente).
Si tratta di percorsi inscindibili e non necessariamente consequenziali. Con questi strumenti si viene introdotti ad un lavoro preciso, volto a raffinare e potenziare i “veicoli inferiori” di manifestazione umana: il corpo fisico, il corpo emotivo e quello mentale.
Lo Hatha Yoga ha lo scopo di fare affrontare all’adepto un serio lavoro sul corpo. Perché questo?
Innanzitutto perché il corpo è il “punto” di massima concentrazione dell’energia vitale. Poi perché esso è la realtà a noi più vicina, la “materia” con la quale ci è più facile lavorare.
E infine perché l’uomo moderno è fisicamente fragile, ha quindi bisogno di rinforzare la sua struttura fisica. Il lavoro con lo Hatha Yoga si svolge attraverso la pratica delle Asana, cioè di posizioni fisiche strutturate in tempi molto antichi da esseri che ben conoscevano il corpo umano, sia a livello fisiologico che energetico.
Il Raja Yoga rappresenta in un certo senso la parte centrale del “corpo” dello Yoga.
In esso, pur continuando con la pratica delle Asana (anche se con tempi e modi diversi), si mette maggior enfasi agli esercizi di Pranayama, dei Mudra, dei Mantra e di focalizzazione mentale (Dharana).
Attraverso gli esercizi di respirazione si impara a controllare e gestire la forza del respiro. Si impara così a dirigere l’energia vitale, precedentemente sbloccata con le asana, nelle zone del corpo utili per il lavoro prescelto.
I Mudra sono delle posizioni fisiche simili alle Asana o degli atteggiamenti posturali. Essi hanno lo scopo di veicolare, in modo più o meno preciso a seconda dell’abilità ed esperienza dell’adepto, l’energia lungo i canali energetici.
Grazie ai Mudra si possono ottenere rilevanti effetti benefici sulla psiche. I Mantra possono essere di due tipi: il primo sono suoni o vibrazioni volti ad ottenere degli effetti all’interno oppure all’esterno di se stessi; il secondo delle lettere o parole collegate con dei princìpi a cui il praticante si connette. I Mantra servono a liberare la mente da processi che la ingabbiano nei condizionamenti delle esperienze passate.
Il Mantra serve a liberare la mente, non formula una magica o una preghiera. Con la corretta e ripetuta pratica delle Asana, del Pranayama, dei Mudra e dei Mantra, diventa quasi naturale accedere alla fase di Dharana, cioè della concentrazione mentale.
Con questo termine non bisogna pensare a nulla di strano, si tratta semplicemente di saper tenere tutta la propria attenzione sull’oggetto o su qualcosa da noi prescelto. Esso è uno stato di pace mentale focalizzata su un soggetto in particolare.
In questo stato la mente è simile ad una fiammella tranquilla, al riparo dai venti che la fanno oscillare continuamente.
L’uomo moderno, costantemente disturbato da infiniti stimoli sensoriali, vive un drammatica condizione di frammentazione. Oggi più che mai egli ha bisogno di trovare pace e unità in se stesso; lo Yoga può dare questo, Esso è nato per questo.