La sindrome del colon irritabile è una patologia che interessa l’apparato gastrointestinale, e colpisce sia l’intestino che il pavimento pelvico, situato nella parte inferiore della pancia. I sintomi di tale patologia possono essere ricorrenti, e diventare con il tempo anche cronici. Essi sono: forma ed espulsione delle feci alterata, fastidio, dolore e gonfiore addominale, passaggio di muco, alitosi, difficoltà a deglutire, nausea, senso di bruciore e sapore sgradevole di sangue o amaro in bocca. A questi possono aggiungersi anche altri sintomi più generici e che variano da persona a persona: stanchezza cronica, dolori muscolari, cefalea, ecc. Le persone che soffrono di tale disturbo spesso accusano anche episodi di flatulenza e meteorismo (presenza di aria nella pancia).
E’ ovvio che l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione e cura della sindrome del colon irritabile. Le regole alimentari devono essere associate ad uno stile di vita il più possibile sano ed eventualmente ad una terapia farmacologica. Poiché è stato riscontrato che tale patologia, alquanto diffusa soprattutto tra le donne, abbia un’origine psicosomatica, è consigliabile evitare situazioni stressanti e mettersi a tavola con calma, consumando i pasti lentamente.
Ecco gli alimenti adatti da consumare quotidianamente in caso di sindrome del colon irritabile: alimenti privi di lattosio (la cui presenza è spesso causa di intolleranze alimentari, e quindi di gonfiore addominale), alimenti a base di cereali (cereali integrali, crusca, avena, molto utili contro la stitichezza), legumi e frutta di stagione, pasta e pane integrali, pesce, uova e carne magra.
Da evitare il consumo di zuccheri raffinati, alcol, caffeina, cibi contenenti grassi alimentari, cibi fritti, margarina, bevande gassate, carne rossa, burro, peperoni. Dopo aver effettuato una visita accurata, il medico prescrive eventuali farmaci per alleviare i sintomi della patologia: può trattarsi di integratori di fibre o medicinali lassativi. Può essere necessario, a seconda dei casi, anche il ricorso ad antispastici, per rilassare la muscolatura addominale.