I trattamenti di shiatsu sono di aiuto in molti casi: disturbi legati allo stress, problemi digestivi, problemi muscolari e di mobilità articolare. Ma l’importante è che vengano eseguiti da operatori qualificati.
Lo shiatsu è un metodo di equilibrio energetico che trova fondamento nell’antichissima medicina tradizionale giapponese. Già nel VI° secolo i monaci zen conoscevano l’arte di guarire le persone attraverso la pressione di palmi, dita, piedi, ginocchia, gomiti. Dalla metà del XX° secolo si affermarono due scuole principali: quella di Namikoshi, particolarmente efficace per tutti i casi più gravi, e che si basa sulla prevenzione e la cura; e quella di Masunaga, che mira soprattutto a instaurare un rilassamento fisico e psicologico, in modo che la temperatura corporea, il battito cardiaco e il flusso energetico si regolarizzino. In Italia questa disciplina ha cominciato a diffondersi a partire dagli anni ’70.
I benefici dello shiatsu
Essendo una tecnica di riarmonizzazione energetica, lo shiatsu agisce a livello preventivo. In tutte le tecniche energetiche si restituisce l’equilibrio, eliminando il sintomo. L’equilibrio così ristabilito produce una serie di effetti benefici. Attraverso le pressioni sulle varie parti del corpo, lo shiatsu agisce in profondità, stimolando la capacità di auto guarigione, che tutti possediamo. Lo shiatsu permette di avere una maggiore consapevolezza del proprio corpo, e questo è già un primo gradino verso la guarigione. A differenza di quella orientale, la medicina occidentale sfrutta il concetto di “campo energetico” solo a livello diagnostico (per esempio, con la risonanza magnetica), ma non ne riconosce il valore terapeutico.
I consigli per scegliere l’operatore giusto
Attualmente lo shiatsu è praticato per lo più nelle strutture private. Manca del tutto una legge che regoli l’attività e dia riconoscimento a figure professionali specifiche, come appunto gli operatori di shiatsu. Questi possono aprire uno studio, ma non possono essere assunti in una struttura pubblica. In alcune di queste, però, il personale già assunto viene autorizzato a mettere a frutto le competenze acquisite altrove in modo autonomo. Per esempio, una Asl torinese ha organizzato corsi di formazione per i dipendenti, affinchè imparino ad applicare le tecniche di shiatsu agli alcolisti. In alcune associazioni di volontariato, si offrono trattamenti di shiatsu ai ragazzi disabili, che possono anche imparare le tecniche e i metodi per diventare a loro volta “operatori”. La scelta di un operatore deve essere fatta seguendo alcuni criteri: l’operatore deve avere il diploma di una scuola riconosciuta dalla Federazione Nazionale Shiatsu; non deve interferire in ambiti che non gli competono (per esempio sulla somministrazione di medicinali); non deve eseguire trattamenti violenti (lo shiatsu è una tecnica stimolante, può essere un po’ doloroso, ma mai violento); non deve usare strumenti; non deve far togliere i vestiti; deve applicare tariffe oneste (non più di 25-50 euro a seduta).