La personalità dell’essere umano è divisa in molti frammenti, tanti piccoli “io”.
Ognuno di questi frammenti, ogni tanto sale in cattedra, e fa fare alla totalità del nostro io tutto ciò che desidera.
Questa condizione può durare un minuto o molto tempo, ed è la causa dei conflitti interiori che spesso viviamo; un esempio fra tanti è quando l’io che vuole abbuffarsi si scontra con gli io che vogliono mantenere la linea e stare in buona salute.
La pratica dello Yoga, quindi, si rivela un ottimo “mezzo” per disciplinare gli io e stabilire un centro stabile e coerente che diriga le nostre azioni.
E’ già stato detto che lo Yoga, per dare il massimo beneficio, andrebbe affiancato ad un serio percorso di Ricerca Interiore. Portata avanti parallelamente allo studio dei meccanismi psicologici che governano le nostre azioni, la pratica dello Yoga, o qualunque altra antica disciplina, può rivelarsi uno strumento potentissimo per prendere in mano le redini della propria vita.
La frammentazione degli io non è una teoria psicologica ma, per chi vede chiaramente, è un dato di fatto. L’illusione di essere una “unità” è dovuta al fatto che abbiamo un corpo, un nome e delle abitudini consolidate; ma se osserviamo attentamente i nostri comportamenti o pensieri, noteremo che in noi convivono una miriade di componenti contraddittorie.
Si potrebbe fare un elenco infinito di tali contraddizioni, per citarne alcune: ci piace bere alcolici, fumare e mangiare di tutto, ma siamo anche salutisti; ci lamentiamo per il traffico ma noi per primi usiamo l’automobile, anche per fare duecento metri; siamo ecologisti ma allo stesso tempo capitalisti e usiamo i prodotti industriali; ci lamentiamo per la mancanza di giustizia ma ognuno di noi, se può, frega gli altri.
UNA ORCHESTRA SENZA DIRETTORE
I molti frammenti che compongono la personalità sono legati alle abitudini, alle opinioni, ai gusti, ecc.; ogni abitudine, ogni opinione che abbiamo su noi stessi o sugli altri, ogni “mi piace” o “non mi piace” è un lato della personalità. Possiamo paragonare i tanti “io” a degli orchestranti senza direttore d’orchestra: ognuno fa quello che gli piace. Immaginiamo un’orchestra in cui ogni componente segue il ritmo che vuole ed esegue una melodia diversa da quella degli altri: che caos!
LO YOGA STABILISCE IL DIRETTORE D’ORCHESTRA
Ecco che, dedicare uno spazio di tempo alla pratica dello Yoga, ritagliato tra quelli di tutti gli altri io (sempre che ce lo consentano), diventa un modo per stabilire il direttore d’orchestra. Con lo Yoga si educa e si rende forte la parte più profonda di noi stessi, quella in linea con le nostre aspirazioni più intime; questa parte profonda può essere uno o più “io” che, unitisi in collaborazione, stabiliscono delle direttive di vita, cioè quale melodia suonare, che ritmo portare, ecc. in definitiva quale strada percorrere nella vita senza “perdersi” continuamente.