Il meditante deve avere la stoffa del ricercatore. Essere in meditazione vuol dire essere attenti, presenti, ed avere un’attitudine da Sherlock Holmes. Egli vuole capire, vedere, toccare, conoscere tutto a trecentosessanta gradi.
Chi è dedito alla Meditazione, pur ricercando stati trascendenti la realtà ordinaria, è comunque costretto a fare i conti con la realtà che lo circonda perché qui, in questo mondo fenomenico, la Realtà Una si manifesta attraverso innumerevoli esseri e innumerevoli forme; perciò si può dire che non vi è altra realtà che il qui e ora.
Il punto importante che l’aspirante meditante ha capito, prima di avventurarsi alla ricerca della Verità, è che sente di non conoscere la vita e neanche se stesso; e questo lo fa soffrire, l’ignoranza lo fa soffrire.
Le cause che spingono verso la Ricerca
Meditare è ricercare la Verità insita nella totalità della vita; il meditante che cerca di capire la Verità trascendente probabilmente non la troverà mai, perché Essa è irraggiungibile per chiunque, piccolo o grande che sia. Il Padre Immanifesto non è accessibile a nessuno, solo il Figlio Cosmico e la Madre possono essere in parte conosciuti.
Ma ciò che interessa veramente al Ricercatore di Verità è conoscere se stesso e le innumerevoli Leggi di Natura che regolano l’esistenza materiale, perché il Divino è presente proprio in queste Leggi.
E importante conoscere le Leggi ed i Ritmi ad esse collegate, per poter manifestare anche qui, nella nostra esistenza quotidiana, Ordine, Armonia e Bellezza.
Penso vi siano tre grandi cause che possono spingere una persona a ricercare: la mancanza di Conoscenza, la mancanza di Amore (e quindi di Unità) e la mancanza di Potere nell’azione, o volontà e capacità di agire come si desidera.
Egli non cerca una pace che è frutto di compromessi o di rinuncia, o la pace dell’ignorante, ma oserei dire che sarebbe disposto a scendere persino nell’inferno per ottenere conoscenza, imparare ad amare veramente ed apprendere l’arte di agire appropriatamente in ogni circostanza (oppure di non agire, perché anche l’inazione è un’azione).
I primi passi del Ricercatore
Per colui che è partito alla ricerca della Verità il lungo viaggio della vita acquista un altro valore. Egli, ora, non è più sospinto dalla forza della massa umana che avanza alla cieca, ma comincia a muovere da solo i suoi primi passi, intenzionato a camminare con le sue sole forze.
Certamente cadrà, come succede a tutti i bambini che si accingono ad imparare la difficile arte di camminare, e forse si farà anche male. Ma questo non riuscirà a fermarlo, anzi, lo aiuterà a crescere in determinazione. Egli studierà anche le cadute, perché ormai si è innamorato della conoscenza, e tutte le occasioni sono buone per “conoscere” e sforzarsi di capire.
Forse all’inizio non capirà, e gli sembrerà di brancolare nel buio fitto di una foresta piena di insidie e di strani rumori, ma anche questo gli sarà di aiuto: il suo carattere si forgerà e cercherà in ogni angolo del suo cuore per trovarvi un barlume di coraggio. Egli scopre così che il coraggio è una qualità indispensabile per chi si avventura alla ricerca della Verità.