Ciao amiche, oggi vorrei parlarvi del Parto Naturale, accompagnandovi passo dopo passo alla scoperta dei momenti che precedono questo meraviglioso evento, indimenticabile per ogni donna che lo prova. La gravidanza ed il parto non devono essere considerati e vissuti come una patologia, per questo sempre più medici consigliano di affrontarli nella maniera più dolce e naturale possibile. Il parto naturale è preceduto da un periodo che ha una durata variabile: il travaglio
Parto Naturale:
Dalla trentottesima settimana di gestazione in poi il collo dell’utero subisce delle contrazioni, che lo preparano alla nascita. Proprio perché il periodo di travaglio può anticipare o ritardare (soprattutto se si tratta della prima gravidanza) la data del parto è soltanto presunta. Il travaglio si manifesta con dolori che coinvolgono sia l’addome che la parte bassa della schiena. Questi dolori non devono preoccupare, in quanto indicano che l’utero si sta preparando al momento tanto atteso del parto. In questo lasso di tempo il feto si indirizza nel canale uterino. Le contrazioni si alternano ritmicamente, a distanza di due-tre ore, concentrandosi soprattutto nelle ore serali e notturne.
Parto Naturale: prima di precipitarsi in ospedale, è opportuno misurare la durata e la frequenza delle contrazioni, il cui intervallo dovrebbe essere compreso tra i 30 e i 15 minuti. Attenzione a non farsi prendere dall’ansia, perché questa può pregiudicare l’intera esperienza del parto, ma non sottovalutate due situazioni che potrebbero arrecare conseguenze anche molto gravi: la rottura delle acque prima che comincino le contrazioni (perdendo acqua il feto rimane esposto alle infezioni e non riceve più alcuna protezione esterna); le perdite di colore rosso vivo, che possono essere la spia di un eventuale problema alla placenta.
Parto Naturale: durante la prima fase di travaglio (che di solito è più lunga) le acque si rompono in maniera spontanea, man mano che si avvicina il momento della nascita le contrazioni diventano più forti e ravvicinate. Una volta che il collo dell’utero ha raggiunto la massima dilatazione, comincia la fase di espulsione vera e propria. Questo è il momento in cui la donna deve spingere e respirare correttamente per assecondare il movimento del bambino lungo il canale dell’utero. Dopo che il neonato viene fuori, a distanza di circa mezz’ora cominciano le contrazioni uterine per espellere la placenta. Se sopraggiungono problemi durante l’espulsione, il medico e l’ostetrica potrebbero ritenere opportuno procedere al taglio cesareo.