Care amiche, siete ghiotte di liquirizia e vi piacerebbe sapere se durante la gravidanza la si può mangiare tranquillamente senza alcuna conseguenza sul feto? Quali sono gli eventuali effetti collaterali legati ad un consumo eccessivo di liquirizia nei nove mesi di gravidanza? In questo post cercherò di fornirvi qualche utile informazione al riguardo.
Appartenente alla famiglia delle Leguminose, la pianta della liquirizia è conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà calmanti della tosse, per la sua azione benefica sui disturbi epatici e le intossicazioni alimentari. Come nel consumo di tutte le cose, occorre anche in questo caso buon senso e moderazione. I medici raccomandano di non superare quantità di mezzo grammo al giorno di liquirizia, evitando di farne un uso continuo e prolungato (anche sotto forma di innocui bastoncini o caramelle), in quanto potrebbero verificarsi i seguenti effetti collaterali: ipertensione arteriosa (nella giusta quantità, invece, la liquirizia è un toccasana per chi soffre di ipotensione), cefalea, astenia, ritenzione idrica, edema localizzato alle caviglie e al viso.
Cosa fare allora se si aspetta un bimbo? Bisogna rinunciare allo sfizio della liquirizia? No di certo. Secondo i medici, in gravidanza è consentito l’uso della liquirizia, purchè non si superino i limiti consigliati (che è di circa 35 mg alla settimana). Secondo una ricerca effettuata nell’Europa del Nord, pare che esista una correlazione tra un eccessivo consumo di liquirizia (oltre i 500 mg settimanali) delle donne in gravidanza e i disturbi comportamentali dei nascituri. Sempre stando ai risultati di tale ricerca, aumenterebbero in questi bambini i problemi di iperattività e deficit d’attenzione. Tali conseguenze sul feto derivano dal passaggio della glicirrizina, la principale sostanza di cui si compone la liquirizia, attraverso la placenta. In questo modo gli ormoni dello stress passano dalla futura mamma direttamente al cervello del piccolo, che potrebbe riportare danni alla nascita, oppure sviluppare comportamenti distruttivi o aggressivi.
Tali ricerche sono state condotte dall’Università di Edimburgo e da quella di Helsinki, e i risultati sono stati pubblicati su autorevoli riviste di tipo medico-scientifico. Pare che un consumo eccessivo di liquirizia in gravidanza possa influenzare lo sviluppo cognitivo del feto, aumentando così le probabilità che il piccolo nasca con un quoziente intellettivo inferiore alla norma. Inoltre consumare liquirizia in gravidanza aumenterebbe il rischio di un parto pre termine.
Insieme al caffè e ad altri alimenti, la liquirizia andrebbe assunta con moderazione durante i nove mesi di gravidanza, senza esagerare, tenendo conto che l’obiettivo principale non è quello di soddisfare soltanto le proprie esigenze, ma anche quelle del piccolo che nascerà. Perché allora rischiare, sapendo che la liquirizia è uno di quegli alimenti che non fanno bene al nascituro, se consumata eccessivamente? Va bene allora una caramella ogni tanto per tirarci su, ma niente di più.