Esiste un piacere raffinato, misurato, consapevole, che porta soddisfazione e appagamento. Il vero piacere non è fatto di eccessi, di vanità, di esibizionismo; quella è solo una misera distorsione del vero piacere, e lascia sempre un “retrogusto” amaro in bocca.
Avere una automobile da duecentomila euro, abiti firmati, o essere osannati dalle folle non rappresenta il vero piacere.
Altrimenti non si spiegherebbe perché tanti divi dello spettacolo, ricchi e famosi, siano arrivati al suicidio. Kama, il piacere sensoriale, è saper gustare la gioia semplice e sobria del contatto dei sensi con gli oggetti sensoriali.
Piacevole può essere anche bere un bicchiere d’acqua pura (a patto di riuscire a trovarla). Scherzi a parte, l’uomo dovrebbe imparare ad essere più riconoscente ai mille frutti che la vita ci offre. Forse l’uomo moderno è talmente intossicato di abbondanza che neanche fa più caso a quello che ha nel piatto o a quello che indossa o che possiede.
I sensi umani sono talmente “intasati” che non riescono più ad apprezzare le vere gioie della vita, e l’uomo pensa sia piacevole ciò che è ritenuto tale per la mente.
Si sceglie un cibo, una donna o un luogo di villeggiatura non col corpo, ma con la mente, in base ad una idea di quello che vogliamo.
Ma le idee, si sa, cambiano velocemente. Perciò è facile ritrovarsi con una moglie che non sopportiamo, o stare in una isola greca, quando invece il “nostro corpo” avrebbe voluto stare da tutt’altra parte a fare cose completamente diverse.
FAR TACERE LA MENTE PER COMINCIARE A SENTIRE COSA VOGLIAMO VERAMENTE
Molto spesso si fa sesso solo perché l’immaginazione mentale ce lo ha suggerito, o si mangia un certo cibo solo perché ne abbiamo avuto un “desiderio mentale”.
Ma vi è una eccitazione spontanea, naturale, ed una che è una conseguenza di un pensiero. Tornare ad ascoltare il proprio corpo e rimanere presenti mentre il corpo vive porta spontaneamente al piacere.
Al corpo non interessa se indossiamo un vestito di Armani, al corpo interessa avere addosso l’abito giusto, confezionato con i tessuti adeguati alla stagione, possibilmente comodi e puliti.
Certo, anche l’occhio vuole la sua parte, ma all’occhio può interessare un certo colore e un certo modello, non necessariamente una certa “etichetta”. Chi vuole l’etichetta è la mente deviata, che vuole distinguersi a tutti i costi dagli altri, altrimenti si sente misera e reietta.