L’epilessia è una malattia neurologica cronica provocata da una iperattività dei neuroni, che sono le cellule nervose del cervello. La patologia si manifesta con fenomeni di breve durata, le crisi epilettiche. Secondo alcune recenti stime, in Italia soffrono di tale malattia circa 500 mila persone.
La malattia può presentarsi in forme diverse, tanto è vero che è meglio parlare di “epilessie”: possono essere parziali o focali, dar luogo a crisi “semplici” o “complesse” (rispettivamente senza o con perdita di coscienza), generalizzate. In genere gli attacchi epilettici si esauriscono in pochi minuti, e non richiedono alcun tipo di intervento. Ma quando gli episodi sono ravvicinati o durano a lungo, è meglio chiedere l’intervento di un medico.
In 70 casi su 100 è possibile curare questa malattia con i farmaci. Sono tante le sostanze capaci di ridurre sia la frequenza che l’intensità delle crisi. I farmaci antiepilettici inibiscono o regolano i segnali elettrici che passano attraverso i neuroni. Se efficaci, i medicinali consentono ai soggetti colpiti di condurre una vita normale. La cura, ovviamente, deve essere personalizzata e durare per lunghi periodi, anche per tutta la vita.
Come tutti i medicinali, anche gli antiepilettici hanno qualche controindicazione: prurito, disturbi ai reni o al fegato, problemi digestivi, riduzione della memoria, concentrazione ed attenzione. Nei casi più gravi, invece, dove i medicinali non riescono, può intervenire la chirurgia.
Alcuni esperti consigliano la soluzione chirurgica anche in età pediatrica. L’operazione è possibile, però, solo quando le crisi epilettiche nascono in un’area precisa e individuata del cervello. In pratica, viene asportata la parte di encefalo interessata dalla malattia, senza alcuna conseguenza. Asportare questa parte del cervello non compromette né le capacità cognitive, né la personalità dell’individuo.
La durata dell’intervento è variabile, poiché dipende da quanto è estesa la lesione cerebrale. L’intervento, che assicura una probabilità di guarigione intorno al 70%, presenta due tipi di rischi: quello di contrarre un’infezione durante lo svolgimento dell’operazione, e quello di un’emorragia durante o dopo l’intervento. In entrambi i casi, c’è possibilità di guarigione. L’intervento, secondo gli esperti, offre diversi vantaggi anche ai bambini colpiti da epilessia.
I danni provocati da tale patologia, infatti, aumentano con l’allungamento del periodo di malattia; i farmaci hanno effetti collaterali anche piuttosto pesanti (la cura in genere dura per tutta la vita); la capacità di recupero del cervello dei bambini è più veloce rispetto agli adulti, quindi le probabilità che l’intervento riesca sono maggiori.
Non da ultimo, intervenire su un bambino consente di evitare le conseguenze negative della malattia sulla sua vita personale e le relazioni sociali. Gli interventi di questo tipo vengono effettuati solo in centri specializzati nella chirurgia per l’epilessia: Milano, Siena, Firenze, Roma, Bologna, Venafro (Is). Gli esperti inoltre rassicurano: anche le donne epilettiche possono diventare mamme. Dai dati clinici e dall’esperienza emergono dati confortanti. Il 90% dei bimbi nati da donne colpite da epilessia sono perfettamente sani.