Come Smettere di Mangiare? Sei tra quelli che ama sgranocchiare patatine e snack vari mentre guarda un film alla tv? Ti piace mangiare e spesso non riesci a controllare la quantità di cibo che consumi? Aldilà dei problemi di sovrappeso sempre in agguato, e che nel tempo provocano conseguenze gravi sulla salute, mangiare in maniera disordinata e caotica può avere ripercussioni anche a livello emotivo.
Smettere di mangiare troppo e riuscire a tenere sotto controllo la fame è importante se si vuole raggiungere uno stato di consapevolezza e benessere che riguarda ogni settore della vita. Naturalmente non si può e non si deve smettere di mangiare, ma è possibile impegnarsi a seguire un regime alimentare il più possibile corretto ed equilibrato, senza eccessi né forzature. Qualche semplice regola è applicabile alla vita di tutti i giorni, per migliorare le proprie abitudini alimentari.
Uno degli accorgimenti che i nutrizionisti consigliano per non aumentare di peso consiste nel mangiare poco e spesso (almeno cinque volte compresi i pasti principali). Questo permette di tenere a bada lo stimolo della fame per non arrivare a pranzo o a cena troppo affamati e pronti all’abbuffata.
Chi segue una dieta è abituato alle rinunce alimentari, ma in realtà ciascuno di noi dovrebbe imparare a mangiare ciò che gli piace una o due volte alla settimana (mangiare la pizza o la cioccolata una volta alla settimana è da considerarsi un piacevole diversivo, un “premio” da concedersi quando si sta giù di morale, ecc.).
Non è la stessa cosa se si mangia la pizza o un altro cibo per il quale si fa pazzie tutti i giorni: la sensazione di piacere e appagamento diminuisce nel tempo. Per non ingrassare un altro segreto è mangiare associando a questo atto un altro piacere: stare con gli amici, cenare con la propria fidanzata/o, rivedere parenti lontani, ecc.
La sensazione di piacere che si prova nel condividere il cibo con altre persone diminuisce l’impulso a mangiare in maniera inconsapevole e senza regole. Se si associa l’atto del mangiare a situazioni poco piacevoli, come per esempio il lavoro, potrebbe fare capolino la compulsività e la voglia di placare le tensioni emotive tramite il cibo. Io ritengo, da questo punto di vista, che le cene di lavoro con i propri superiori non siano l’ideale per affrontare questioni professionali, poiché bisognerebbe concentrarsi su quello che si sta mangiando e sulle sensazioni che il cibo provoca.
Diverso è un aperitivo conviviale con i propri colleghi, purchè non diventi una “calorica” abitudine in sostituzione della cena! Perdere perso o mantenere la linea non è impossibile, deve diventare uno stile di vita. Un esempio? Io faccio le scale ogni giorno, anziché prendere l’ascensore: questa sana abitudine, insieme ad altre, fanno nel tempo la differenza. E se pure non dimagrisco, almeno posso dire di non ingrassare!