Le patologie infiammatorie croniche intestinali sono in aumento. Tra queste, le più diffuse sono la colite ulcerosa e il morbo di Crohn. Mentre la prima è stata scoperta nel 1859, la seconda è più recente, e risale agli studi dei dottori Crohn, nel 1932.
La malattia di Crohn, nella maggior parte dei casi, riguarda l’intero canale alimentare che dalla bocca arriva fino all’ano. Le parti colpite si infiammano e aumentano di spessore, e possono manifestarsi edemi e ulcere.
Questi fenomeni sono lenti ma progressivi. A livello locale potrebbero emergere complicazioni, come fistole addominali, ascessi, emorragie intestinali e perforazioni. Tale patologia colpisce soprattutto le persone giovani (l’incidenza maggiore si verifica tra i 15 e i 35 anni di età), ma neppure l’intervento chirurgico che rimuove la zona dell’intestino colpita è una soluzione definitiva al problema.
Nella maggior parte dei casi, infatti, si verifica una recidiva entro l’anno che segue l’operazione. I sintomi della malattia di Crohn non sono sempre chiari e persistenti: in genere si alternano periodi di prolungato benessere ad altri di riacutizzazione dell’infiammazione dei tratti intestinali.
I sintomi possono variare di intensità condizionando il quadro clinico, ma di solito consistono in: diarrea abbondante e ricorrente, dolori addominali anche piuttosto forti, febbre e dimagrimento improvviso. Può anche verificarsi, come nel caso di colite ulcerosa, un frequente stimolo ad evacuare e il sanguinamento del retto.
Una corretta diagnosi si basa su determinati esami: albuminemia, VES, coproscultura, ricerca di anticorpi, ricerca di sangue nelle feci, scintigrafia, ecografia addominale, TAC, colonscopia. La biopsia resta comunque l’esame più adatto per una diagnosi senza ombre. La cura di questa malattia ha l’obiettivo di evitare eventuali complicanze, e si basa su farmaci quali cortisone, antibiotici, immunosoppressori, mesalazina. Le nuove terapie sono efficaci, ma anche piuttosto costose: molti pazienti affetti da morbo di Crohn ricorrono ai medicinali infliximab ed adalimumab, che sono biologici.
La malattia di Crohn è in aumento nei Paesi occidentali, mentre è quasi del tutto sconosciuta nei Paesi del Terzo Mondo.