Le onde elettromagnetiche emanate dai cellulari potrebbero causare la comparsa di tumori al cervello. A mettere in evidenza questo nesso di causa effetto tra l’uso di cellulari e wireless e alcune tipologie di tumore sono stati gli esperti che lavorano per la IARC, una agenzia che opera per conto dell’Organizzazione mondiale della sanità, che si è riunita ultimamente in Francia, a Lione.
I trentuno esperti dell’agenzia, provenienti da 14 diversi Paesi, hanno analizzato i risultati a loro disposizione circa il possibile legame tra le onde elettromagnetiche e radiofrequenze prodotti da cellulari ed altri apparecchi, e l’insorgere di determinate neoplasie. Dopo un’attenta analisi, è stato concluso che questi campi a radiofrequenza sono classificati come “potenzialmente cancerogeni”.
Esistono quindi delle prove, anche se limitate, che attestano il legame tra l’uso del cellulare e la comparsa di neurinoma (tumore del nervo acustico) o glioma (tumore al cervello). In poche parole, non si può attestare un evidente nesso causa-effetto, dal punto di vista scientifico. Questa classificazione attribuita alle radiofrequenze non è comunque da sottovalutare, visto che gli utenti di cellulari attualmente ammontano a circa 5 miliardi.
Gli studi della IARC non rappresentano un punto fermo sulla questione “sicurezza” dei cellulari e dispositivi wireless. Poiché le potenziali conseguenze sulla salute pubblica sono rilevanti, è opportuno condurre ulteriori ricerche sull’argomento, e nel frattempo adottare qualche precauzione in più nell’utilizzo.
Non si tratta di regole prestabilite, ma dettate dal buon senso. 1) Ridurre il numero delle chiamate a quelle strettamente necessarie; 2) Quando si è casa, utilizzare il telefono fisso e non il cordless; 3) Usare il vivavoce o l’auricolare a filo; 4) Se acquistate un nuovo cellulare, badate che abbia un basso “tasso elettromagnetico di assorbimento specifico di energia” (Sar); 5) Evitare di utilizzare il cellulare dove il segnale è instabile o dove non c’è proprio campo.
La chiarezza del segnale riduce i rischi dell’esposizione; 6) Limitare l’uso del cellulare nei più piccoli; 7) Ridurre le telefonate “sociali”, ovvero non strettamente necessarie; 8) Preferire gli sms, per comunicare in modo rapido e veloce. Un altro studio in atto, avviato dallo Studio Cosmos, seguirà 250 mila persone adulte in 5 Paesi europei per un periodo compreso tra i 20 e i 30 anni.
La ricerca si pone l’obiettivo di valutare gli effetti di lungo periodo dell’uso del cellulare, per individuare l’insorgere di malattie quali il tumore, i disturbi di cuore, il morbo di Parkinson ed Alzheimer. Verranno presi in considerazione anche “mali minori” come depressione, mal di testa e insonnia, che comunque incidono sulla qualità della vita delle persone.
Per conoscere le prime conclusioni di questo studio bisogna aspettare ancora una decina d’anni. L’Organizzazione mondiale della Sanità suggerisce di non farsi prendere da panico ed inutili allarmismi, ma nel contempo riflettere sull’uso personale che si fa di questi dispositivi che utilizziamo ogni giorno.