La pillola abortiva Ru486 potrà essere liberamente commercializzata anche nel nostro Paese, pur se con parecchie restrizioni.
L’agenzia italiana del farmaco (Aifa) con il Consiglio superiore della Sanità hanno decretato l’ingresso della pillola, scatenando sull’argomento un vespaio di polemiche. Si riapre infatti l’acceso dibattito tra abortisti e anti abortisti.
Innanzitutto, chiariamo cos’è la Ru486. Si tratta di una pillola abortiva, che se assunta provoca l’interruzione della gravidanza. Si considera quale alternativa all’aborto chirurgico.
A differenza di quest’ultimo, che può essere praticato anche oltre la ventesima settimana di gestazione, l’assunzione della pillola abortiva deve avvenire entro l’ottava settimana. Come agisce?
In pratica, la pillola provoca un piccolo travaglio, con nausea, dolori e febbre, poiché determina il distacco dell’embrione dalla parete dell’utero. Qualche giorno dopo averla assunta, vengono somministrate delle prostaglandine, che favoriscono l’espulsione del feto.
Attenzione! La pillola Ru486 non deve essere confusa con la pillola del giorno dopo, che invece è un contraccettivo d’emergenza che, assunto entro 72 ore da un rapporto a rischio, non consente all’ovulo di annidarsi nell’utero.
La pillola abortiva dovrà essere somministrata rispettando i dettami della legge n° 194 (sull’interruzione di gravidanza), esclusivamente negli ospedali e previo ricovero.
In Francia la pillola Ru486 è in vendita dal 1988, in Gran Bretagna dal 1990. Anche negli altri Paesi europei la pillola abortiva è una realtà, per quanto aspramente osteggiata dalle frange cattoliche.