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Benefici della Luna

Un antico detto zen recita pressappoco così: “La vera luna specchiandosi sulle onde del mare genera infiniti riflessi di sé, qual è la luna vera?”

Ah il pensiero ingannatore!

Noi non vediamo la realtà per quella che è realmente, ma solo l’idea che ce ne siamo fatti.

Proprio oggi, che viviamo nell’era della proliferazione degli opinionisti mediatici, ciò dovrebbe risultare più che evidente.

Invece non è così! E si dà per scontato che ognuno debba avere la propria “opinione” sulla vita. Mai ci viene in mente che forse siamo tutti in errore quando esprimiamo la nostra opinione, e che forse è meglio tacere.

Delle infinite sfaccettature della realtà (o di una persona) noi ne vediamo solo alcune, e su queste “costruiamo” il nostro quadro, la nostra opinione, il nostro insindacabile giudizio.

Tre, quattro, cento sfaccettature tra milioni non rappresentano la totalità dell’oggetto osservato, ma solo una nostra visione parziale. Questo ci dovrebbe rendere molto cauti nell’esprimere opinioni, giudizi, critiche (così come credere in quelle degli altri).

La consapevolezza che esistono ancora “territori inesplorati” (di una persona o di un fenomeno) ci dovrebbe invece stimolare a cercare di scoprire i lati nascosti, e non fermarci alle prime “impressioni” attestandole come la verità e pronti a difenderla a spada tratta contro chiunque la pensi diversamente.

NON FERMARSI AI PRIMI DATI MENTALI

Risulta facile comprendere che chi conosce dieci cose su una automobile ne sa meno di chi ne conosce cento (anche se poi saperla guidare è un’altra faccenda).

Comunque è bene non accontentarsi delle conoscenze raggiunte.

Eppure dopo aver cercato per anni i lati nascosti (e aver constatato che non si finisce mai di scoprirne di nuovi) forse ci verrà un dubbio: “non è che stiamo usando il mezzo sbagliato?”

Sì! Forse è proprio il “mezzo” di conoscenza che usiamo ad essere sbagliato: la mente (o forse è errato solo l’uso che ne facciamo).

La mente analitica, che seleziona, calcola, divide, scompone è solo uno strumento che, unita al senso dell’Io, fornisce solo una visione limitata della realtà.

Si dice di re Salomone che non avesse bisogno di codici legislativi per risolvere controversie. Egli semplicemente sapeva guardare in faccia le persone e gli eventi, e la verità gli risultava evidente (immaginiamo, invece, i nostri processi infiniti, e i giudici incollati di muso sulle scartoffie).

Non è raro assistere al tragicomico cambio di opinione da parte di scienziati, storici, politici, opinionisti. Con l’aggiunta di nuovi dati cambia la visione. Ma questo è un processo che può continuare all’infinito, lasciandoci sempre col solito dubbio: “Qual è la verità?”

Perché allora non imparare l’arte, ogni tanto, di mettere a tacere la mente per accedere a regni intellettivi superiori?

Le parole sono solo simboli, non sono la realtà.

La filosofia e la pratica yogica ci dicono  che, oltre la mente inferiore vi è Buddhi, la facoltà dell’intuito, della ragione e della saggezza.

La stessa filosofia ci dice che, situando la propria consapevolezza in Buddhi si sviluppa gradualmente un modo diverso di vivere la “realtà”, passando dalla facoltà di discernere al potere di ragionare autonomamente, fino all’appassionata ricerca della pura verità.

La ricerca della Verità.

Il percorso è lungo e necessita di una guida esperta, ma non c’è altro modo per liberarsi dall’illusione (e penetrare sempre più nel “regno del reale”) che imparare, prima ad usare bene la facoltà di pensare, e poi andare oltre il pensiero discorsivo, per situarsi nella “chiara visione” non condizionata dai filtri concettuali.

Perciò il primo punto da comprendere è che noi non vediamo la vera luna, ma i suoi riflessi sull’acqua, riflessi distorti e illusori.

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