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Lo Scopo della Meditazione

Lo scopo della Meditazione non è farci entrare in Samadhi, ma quello di farci uscire dall’illusione.

Quando si guarisce da una malattia, non si pensa che le medicine hanno creato la salute, ma si pensa che hanno rimosso la malattia, ristabilendo uno stato di salute preesistente. Similmente, quando sorge il sole della giusta visione, si dissolvono i mali nati dal buio dell’ignoranza.

La giusta visione non è una opinione, né può essere comunicata; nessuno ce la può regalare. Nessuno può fare il lavoro per noi, dobbiamo farlo da soli. Non si sa se esistono salvatori che, con un colpo di bacchetta magica, possono farci aprire gli occhi; ma anche se esistessero non lo farebbero, sarebbe una mancanza di rispetto nei nostri confronti, un toglierci il libero arbitrio.

Il Risveglio lo dobbiamo desiderare, lo dobbiamo conquistare con i nostri sforzi. Tutti i libri del mondo non possono darci il Risveglio, ma solo darci delle indicazioni sulla via da seguire; il percorso lo dobbiamo fare noi.

Ma si può desiderare il Risveglio solo quando ci si rende conto di essere addormentati. Chi pensa di avere già qualcosa, non partirà mai alla ricerca di ciò che crede di possedere.

E’ bene ricordare che, con la conquista dello stato meditativo non si acquisisce qualcosa, piuttosto ci si libera dal superfluo: opinioni errate, preconcetti, identificazioni, aspettative, speranze o timori per il futuro, in pratica da tutta la zavorra che ci appesantisce.

Risvegliarsi è appunto prendere consapevolezza dell’illusorietà di qualcosa in cui ci siamo identificati. Perciò esiste una lunga successione di risvegli.

Abbiamo già fatto cenno al fatto che la nostra vera natura non è materiale, ma pura Esistenza, Coscienza e Beatitudine; queste qualità sono connaturate al Divino di cui siamo parte integrante. Di conseguenza ogni essere vivente, dall’uomo fino al minuscolo atomo, partecipa della stessa natura del Divino.

In un testo antico, la Bhagavad-gita, Krishna rivela al suo discepolo Arjuna, la vera natura di questo mondo. Egli, semplificando, divide le energie del Divino in due parti: quella superiore e quella inferiore. La natura superiore, detta Purusha, è caratterizzata da Esistenza, Coscienza e Beatitudine, mentre quella inferiore è costituita dall’energia materiale primordiale, ed è chiamata Prakriti.

La natura materiale è la Madre, quella Superiore il Padre; dalla loro unione tutto è venuto all’esistenza. Quindi l’essere vivente, in questo mondo, partecipa di entrambe le Nature: quella materiale e quella spirituale.

Ma, sotto l’effetto dell’illusione, l’uomo pensa di appartenere solo alla natura inferiore. Tutto il percorso dello Yoga, serve a prendere coscienza di questa Verità: “Lo Yoga è un percorso di ascesi verso la comprensione della natura del Padre; la nostra intima essenza è della stessa natura di quella del Padre”.

Lo yogi, attraverso una accresciuta sensibilità, impara ad armonizzarsi alla Volontà del Padre. Più lo yogi si armonizza, più vede crescere in sé quei poteri che sono propri al Padre, ma non li usa per suo diletto, bensì per servire la causa del Padre.

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