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MENTE ASTRATTA E MENTE CONCRETA

 

Quando ha a che fare con la materia, la mente deve necessariamente servirsi di calcoli e misure, perché la materia è una sostanza ben definita: questa è detta mente concreta, pratica, calcolatrice.

MENTE ASTRATTA E MENTE CONCRETA

La mente architetto. Questa è utilissima per modellare e modificare la materia, ma deve essere uno strumento nelle mani della mente astratta.

Quando la coscienza individuale che dimora nella mente rivolge il suo sguardo verso l’alto, verso il mondo delle idee o ancora più in alto, ad altezze sempre più rarefatte (verso le regioni della pura intelligenza, dell’intuito e, infine, della pura consapevolezza e del puro Essere), allora viene definita mente astratta.

Le regioni astratte non necessitano di calcoli e misure e, quando si accede a tali altezze, anche se per poco, in un attimo si possono “intuire” immense verità collegate a Princìpi universali.

Per elevarsi a simili altezze, occorre imparare ogni tanto a distogliere lo sguardo dalle forme e rivolgerlo verso l’astratto (che in un primo momento può sembrare un nulla).

Man mano che si penetra nelle regioni superiori e si colgono intuizioni legate ai princìpi che reggono l’universo, si deve imparare a lasciare filtrare quelle conoscenze nella mente inferiore, al fine di costruire in “basso” ciò che si è colto in alto.

Naturalmente ognuno coglierà cose diverse, a seconda della sua natura e delle sue predisposizioni.
IMPARARE A TENERE FERMA L’ATTENZIONE

Dharana aiuta questo passaggio. Fermando i continui movimenti della mente e concentrandola in un solo punto ci si predispone a cogliere sempre più fin nei minimi particolari ciò che ci interessa.

Ad esempio, attraverso una rilassata concentrazione si può smettere di pensare agli affari del mondo e, rimanendo vigili, attenti e concentrati, lasciarsi andare verso l’alto (il sottile), verso la nostra Natura più intima.

Più in “alto” si sale e più si vedono chiaramente le faccende inferiori quando si torna a guardare giù.
Più si sale in alto e più ci si sente leggeri, calmi, in pace, puri, dalla visione lucida.
Ma per salire in alto è necessario rilassarsi, farsi leggeri, come quando si vuol galleggiare sull’acqua.

Ma attenzione! Quando si parla di lasciarsi andare verso l’alto non si intende “l’alto dello spazio”. Nei regni astratti non esiste alto e basso.

Quindi in Dharana ci si può concentrare sullo Hara (nel ventre), sul cuore, sul Centro tra le sopracciglia, nella zona della ghiandola pineale, ed altro. Ognuna di queste forme di concentrazione favorisce l’ingresso in Dhyana, la Meditazione, la porta d’accesso verso la Realtà.

A questo punto ecco raggiunta una tappa importante, che è anche un nuovo punto di partenza: si comincia a vedere le cose per quello che realmente sono, senza impantanarsi nelle trappole delle parole e dei discorsi, e si impara a distinguere ciò che è bello e armonico nella vita da quello che non lo è.

 

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