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Polvere di Stelle

Polvere di Stelle

Antiche fonti ci ripetono che noi siamo delle stelle. Tra noi e una stella c’è poca differenza? Abbiamo davvero dentro di noi una matrice comune a quella delle stelle? E se si, cosa comporta tutto ciò, dove ci vuol condurre? Una questione di non facile soluzione. Uno di quegli enigmi che magari per secoli è stato travisato e quando vicini alla verità, nascosto o di non facile accesso.

Un tempo intere biblioteche custodivano gelosi misteri, che avevano un valore più alto dello stesso oro. L’oro alchemico, ad esempio, non è altro che conoscenza pura delle tecniche e delle pratiche per trasmutare il vile metallo (i metalli pesanti e grezzi) in oro, ovvero in un elemento che possiede una frequenza simile a quella dell’oro.

In realtà trattasi di trasmutare il nostro Ego e con esso la nostra personalità (pesante e grezza!) in oro, in Sole: la nostra radice dell’essenza, capace di renderci immortali, illuminati e maestri di sapienza.
Tutto ciò, in qualche modo, riconduce alla stella!
Vediamo un pò, abbiamo i seguenti elementi:
Oro – Luce – Stella – Illuminazione – Sole.

Si tratta di una chimica dell’anima. Rendere la nostra essenza luminosa perché oscura, significa fare chiarezza su chi siamo e quindi equivale a capire dove siamo diretti.
Tali risposte possiamo solo trovarle dentro di noi e per compiere i primi passi verso la scoperta dell’universo stellato dentro di noi occorre, con molta umiltà e costanza, praticare l’ascolto del silenzio.
Solo facendo silenzio ritroveremo la dimensione ottimale per sentirci, ascoltarci e percepirci.

Mentre facciamo silenzio possiamo meditare. Vi sono ottime tecniche di meditazione ma tutte si basano sul principio di far tacere i nostri io, i nostri bisogni, piaceri, desideri, pensieri, parole e turbe emotive per far spazio e dar spazio ai nostri reali intenti e scopi.

Occorre sincronizzare la mente e il corpo attraverso il respiro, profondo, senza sforzo, con naturalezza. L’oggetto della meditazione può essere di varia natura. Per rimanere in tema, proporrei di meditare su un fascio di luce che pian piano ci irradia il corpo avvolgendoci totalmente in un armoniosa e dorata luce, che ci porta verso il benessere e ci da equilibrio, centralità.
Tutto deve essere coerente. La ricerca spirituale si basa su piccole cose che praticate in modo costante, lento e progressivo ci portano all’illuminazione o ad uno stato di beatitudine dei sensi e della mente.

Per lavorare su sé stessi e operare quell’alchimia spirituale trasformativa occorre iniziare da noi e da cose semplici. Ad esempio osservando lo stesso respiro, per un tempo prolungato e costante.
Rendersi conto di avere delle funzioni, degli organi, delle facoltà psichiche e cercare di svilupparle, potenziarle ed energizzarle.
La memoria, l’attenzione, l’osservazione, l’ascolto, la volontà si trasformeranno alchemicamente in facoltà più sensibili e funzionali.

Tutto ciò che facciamo può condurre all’evoluzione (natura dell’uomo in movimento ascendente), alla involuzione (natura dell’uomo discendente) o alla stabilità (natura dell’uomo comune).
Ogni posizione può essere un punto privilegiato per chi sa osservare e sa dove guardare.
Io preferisco guardare al cielo dove ogni stella mi ricorda che anch’io un giorno sarò lì nell’infinito Cielo a brillare come una Stella emanando quella polvere che di notte indica il cammino a chi sa guardare in alto…

– Fate questo semplice esercizio/esperimento.
A luci spente, in una stanza buia, accendete una candela e osservatela per 3 minuti. Nella stanza vi sono ora due luci voi e la candela. La luce della candela si riflette i voi e voi nella luce della candela. Visualizzate poi mentalmente la luce in prossimità dei vostri occhi (presso la ghiandola pineale) per altri 3 minuti. Vi sentite più centrati, chiari, sereni? Se la risposta è si continuate a praticare l’esercizio anche nei giorni a venire.

Secoli di conoscenza sono compressi in momenti rivelatori
(Deepak Chopra)
Alchimia è anche trasformare i Se…Ma in SÉ…ME e portare frutto!
(Daniele Scozzari)

Articolo scritto da Daniele Scozzari

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